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La scelta del percorso
Le previsioni del tempo per il fine settimana sono buone, decidiamo quindi di partire per una due giorni in bicicletta. Non abbiamo mai fatto viaggi lunghi con pernottamento intermedio senza l'auto al seguito, lo consideriamo quindi un buon test per eventuali future vacanze sulle due ruote. La pianificazione dell'itinerario ha portato via qualche giorno di studio e di analisi prima del weekend, più che altro perchè l'intenzione era quella di non spingerci troppo lontano, di seguire un percorso principalmente su ciclabile, di non trovare troppi strappi e salite (siamo semplici cicloturisti, non ciclisti sportivi) e di effettuare un anello in due tappe, andata e ritorno, più o meno equivalenti come chilometraggio. Siamo molto attratti dalla nuova ciclabile inaugurata nel 2017 che va da Borghetto di Valeggio sul Mincio a Pontoncello Veronese, la cosiddetta ciclovia delle Risorgive , percorso che unisce il Mincio all'Adige attraversando le campagne a sud di Verona e seguendo il corso dei canali di bonifica. Siccome però a noi non piace fare andata e ritorno sullo stesso tragitto, per chiudere l'anello decidiamo di arrivare a Valeggio dal lago di Garda, percorrendo quindi parte della ciclabile sul Canale Medio Adige e parte della ben più nota Mantova-Peschiera. Non abbiamo prenotato nulla per la notte perchè non siamo in grado di valutare a priori fin dove le nostre forze ci porteranno il primo giorno. Confidiamo comunque nel fatto che non avremo difficoltà a trovare una sistemazione adeguata.
GIORNO 1 - Da Verona a Valeggio Sul Mincio
Partenza
Il sabato mattina presto, subito dopo colazione, carichiamo le nostre bici in auto e partiamo per Verona, che raggiungiamo dopo una buona mezzora. Il parcheggio di Porta Palio è il luogo della città che abbiamo scelto come base per l'auto, in primo luogo perchè si tratta di un parcheggio gratuito, poi anche perchè la ciclabile che dobbiamo prendere inizia poco distante. Dopo aver sistemato le bici, preparato i nostri zainetti con i pochi effetti personali che abbiamo deciso di portare con noi (spazzolino e dentifricio, un cambio di biancheria e una tenuta "civile" per la sera, magari per cenare in albergo o presso un ristorante, vedremo), alle 08:45 iniziamo la nostra avventura. All'uscita del parcheggio prendiamo la pista ciclabile cittadina sul lato destro di viale Colonnello Giuliano in direzione nord. Dopo 500 metri, al semaforo, attraversiamo l'incrocio perchè dall'altra parte della strada, sul ponte, inizia la ciclabile.
Uscita dalla città
All'inizio, la ciclabile si sviluppa per un paio di chilometri in percorso cittadino e quindi è spesso interrotta da incroci con vie molto trafficate e relativi attraversamenti, alcuni regolati da semaforo a chiamata. Le indicazioni però sono chiare e poi a sinistra c'è il canale che indica la direzione da seguire, è davvero impossibile sbagliare strada. Dopo aver pedalato per 3 chilometri arriviamo alla diga di Chievo, diga che si erge alla confluenza con il fiume Adige, o meglio, che regola in uscita la portata del canale fin qua da noi risalito. Qui svoltiamo a sinistra, attraversando il canale direttamente sulla diga, quindi ci immettiamo nella viabilità ordinaria (via Aeroporto Berardi) che teniamo per circa un chilometro e mezzo, fino a che non ritroviamo il canale, con la ciclabile alla sua destra.
Percorso paesaggistico e panoramico
Dopo circa 5 chilometri pedalati a fianco del canale in sede dedicata, nei pressi di Bussolengo torniamo a immetterci nella viabilità ordinaria procedendo sulle ciclabili a lato strada per oltrepassare il centro cittadino. Dalle mappe consultate nei giorni precedenti, sappiamo che la pista ciclabile riprende in zona Pol, che più o meno si trova nei pressi della diga della centrale idroelettrica. Passare Bussolengo mantenedo la giusta direzione per riprendere la pista non è facile perchè a un certo punto perdiamo i riferimenti dei cartelli e facciamo un paio di giri a vuoto prima di ritrovare la strada giusta. Arriviamo comunque in strada Pol e riprendiamo a pedalare a fianco del canale. Da qua inizia la parte forse più bella e panoramica della ciclabile. In leggera e impercettibile salita ben presto raggiungiamo una discreta altezza che ci permette di godere alla nostra destra di una visuale splendida sui vigneti della valle dell'Adige. Mano a mano che procediamo ci rendiamo conto della grande opera ingegneristica che è il canale Medio Adige (o anche detto canale Biffis dal nome del suo progettista) che stiamo seguendo: in certi punti il canale è costruito su viadotti, sospeso a diverse decine di metri sulle vallate sottostanti.
Verso il Lago di Garda
Dalla ripresa della ciclabile dopo Bussolengo abbiamo ormai percorso altri 11 chilometri e siamo arrivati a un bivio: a destra si scende verso il fiume Adige, a sinistra la strada si inerpica in salita in direzione Rivoli Veronese. Il nostro obiettivo è quello di arrivare al Lago di Garda nei pressi di Lazise e quindi decidiamo di scendere a destra in modo da tornare un po' indietro fino ad incrociare la strada provinciale 31 che ci porterà al lago. Proseguire verso Rivoli, oltre lo sforzo in salita che avremmo dovuto fare, ci avrebbe portato un po' fuori strada in quanto avremmo raggiunto il lago un po' più a nord, nei pressi di Bardolino. Su strada normale a basso traffico passiamo quindi le località di Gaium, Rivolti, Tezze e Sega, poi, nei pressi di una rotonda, imbocchiamo la SP 31 più o meno nel punto dove saremmo dovuti uscire dalla ciclabile qualche chilometro prima (foto a lato). Qua siamo purtroppo costretti a un paio di strappi in salita piuttosto impegnativi, su una strada di grande comunicazione parecchio trafficata. Ma tutto va per il meglio e verso mezzogiorno siamo finalmente in centro a Lazise dove facciamo una breve sosta in un bar gelateria che si affaccia sul caratteristico porticciolo.
Lungo Lago e Borghetto di Valeggio SM
Dopo esserci concessi qualche minuto di relax, ripartiamo da Lazise alla volta di Peschiera seguendo la pista ciclabile a bordo lago. Ora, più che una vera e propria ciclabile possiamo dire che si tratta di un percorso quasi ad ostacoli, con tratti sterrati in mezzo ai canneti, o altri tra i bungalow dei campeggi rivieraschi, o addirittura direttamente sulla sabbia non battuta delle spiaggette (consigliabile qua scendere e procedere a piedi). Visto l'orario ormai avanzato, ci fermiamo per il pranzo in uno dei tanti bar-ristorante che incontriamo sul percorso, per poi ripartire di nuovo e arrivare a Peschiera, dove imbocchiamo la ciclabile per Mantova e pedaliamo fino a Borghetto di Valeggio sul Mincio.
A Borghetto riposiamo qualche minuto godendoci l'incanto del luogo, poi di nuovo in sella perchè ormai sono le 15.30 e dobbiamo cercare un luogo dove pernottare. Con un po' di fatica saliamo a Valeggio, uno strappo abbastanza duro seppur breve, ma forse ciò è dovuto alla nostra stanchezza. Nella bacheca del'ufficio turistico, purtroppo chiuso il sabato pomeriggio, preleviamo la lista degli Hotel e B&B della zona e iniziamo a consultarla. Vicino, in zona centrale, vediamo che ci sono 3 hotel che potrebbero fare al caso nostro. Ci dirigiamo verso il primo, l'Hotel Ristorante La Bastia ma purtroppo non ci sono camere disponibili. Veniamo a sapere che per questo weekend è previsto un moto raduno di Honda Gold Wing e quindi la ricettività alberghiera è limitata. Nonostante ciò Alberto, la persona alla reception, si mostra estremamente gentile e ci aiuta con qualche telefonata a trovare una sistemazione adeguata e non troppo lontano per la notte: il B&B "Il Girasole" in località Vanoni-Remelli, appena tre chilometri fuori Valeggio in direzione sud.
La serata del primo giorno
Dal momento che il B&B è fuori l'abitato di Valeggio, immaginiamo che in zona non ci siano ristoranti e quindi ci fermiamo in un supermercato per comprare qualcosa per la cena. Di sicuro non avremo sufficienti energie per tornare indietro la sera in bici e cercare un ristorante, siamo davvero stanchissimi dopo aver pedalato per 75 chilometri. Arriviamo al B&B alle 18, qua ci accoglie Mirella, la simpatica padrona di casa che ci consegna la nostra spaziosa camera al piano terra. Scopriamo poi che alla sera, di fronte alla chiesa della frazione, si terrà una festa solidale, la Festa Amaranto, con cucina e gruppo musicale di accompagnamento. Siamo fortunati, significa che non salteremo la cena. Dopo una doccia ristoratrice e un paio d'ore di meritato riposo, usciamo e a piedi ci avviamo verso il sito dove si tiene la festa, che dista poche centinaia di metri. Il menù è vario, ci sono i tipici tortellini di Valeggio, il risotto col tastasal, polenta, grigliata di carne, salamelle, dolci, birra, vino e l'immancabile grappa. Rimaniamo fino alle 22.30 a cenare con l'accompagnamento musicale della band, una tribute band di Vasco Rossi, poi torniamo al B&B. Domani ci attende un altro faticoso viaggio.
GIORNO 2 - Da Valeggio Sul Mincio a Verona
La seconda tappa
La sveglia è alle sette e mezza di mattina, vogliamo fare colazione e poi partire per il rientro a Verona non più tardi delle otto e mezza. Si prevede una domenica di grande caldo e sappiamo che sulla ciclabile che dovremo percorrere l'ombra scarseggia. Obiettivo arrivare a Verona per pranzo.
Mirella ha preparato per noi e per gli altri ospiti la colazione all'aperto, sotto il grande gazebo in giardino. Condividiamo lo spazio in modo conviviale con un alcuni motociclisti giunti a Valeggio per il raduno delle Gold Wing, quindi ci prepariamo alla partenza.
Prima però c'è il rito della foto per l'album dei ricordi. Mirella ci chiede di scrivere un commento sul suo libro (cartaceo!) degli ospiti e ci scatta una foto che terrà per ricordo.
Noi comunque siamo stati molto bene, ottima ospitalità e luogo tranquillo.
La ciclovia delle Risorgive: dal Mincio all'Adige
La ciclovia collega Borghetto di Valeggio sul Mincio a Pontoncello Veronese, 35 chilometri di campagna costeggiando i canali di bonifica che si ramificano tra il fiume Mincio e l'Adige. Noi abbiamo pernottato in una frazione di Valeggio che non è sulla stessa direttrice, quindi per "ritrovare la ciclabile" torniamo in centro a Valeggio e seguiamo la segnaletica "Fiume Adige". Pedaliamo per un primo tratto su strada provinciale (sp 24 direzione Villafranca), quindi svoltiamo a destra per una strada secondaria che si spinge tra i frutteti diventando presto sterrata. Dopo circa sei chilometri arriviamo alle porte di Villafranca.
Qua abbiamo qualche difficoltà a trovare la direzione giusta perchè la segnaletica ciclistica diventa incomprensibile. Decidiamo allora di seguire comunque il canale che troviamo alla nostra destra e arriviamo al parco del castello Scaligero dove chiediamo informazioni a un ciclista di passaggio. Questi ci suggerisce di prendere via Trieste (che abbiamo di fronte) attraversare il passaggio a livello e riprendere la strada sterrata che ci porterà fino a Povegliano, dove la ciclabile diventerà asfaltata e in sede propria.
In effetti da Povegliano in poi pedaliamo su una ciclabile vera e propria, con asfaltatura recentissima, che si incunea tra i campi coltivati, completamente isolata dal traffico. Incontriamo tantissimi ciclisti, anche famiglie con bambini piccoli, ma anche tanti podisti. Procediamo cosi per diversi chilometri poi, all'altezza di Pozzo, frazione di San Giovanni Lupatoto, vista la stanchezza e l'orario che si è fatto, decidiamo di non arrivare fino in fondo alla ciclabile (mancano meno di 5 chilometri, ma poi dovremmo salire sull'argine dell'Adige che, con le sue anse, ci allungherebbe la strada di molto) ma di uscire e dirigerci verso Verona sulla viabilità ordinaria, sfruttando ove possibile le piste ciclabili a lato strada.
In questo modo arriviamo al parcheggio di Porta Palio qualche minuto prima di mezzogiorno, perfettamente in linea con l'obiettivo che ci eravamo prefissato. In questa seconda tappa abbiamo percorso 43 chilometri.
Conclusioni
La nostra prima esperienza di viaggio in bicicletta con pernottamento fuori è stata tutto sommato positiva. Il bel tempo ci ha accompagnato e lo spirito di avventura anche. Le ciclabili su cui abbiamo pedalato erano tutte ben tenute e ben segnalate quindi, a parte qualche indecisione nei centri abitati, il nostro viaggio è stato lineare e privo di problemi, sia di orientamento che tecnici (nessuna foratura e nessun guasto). Tutto questo ci fa guardare con ottimismo alle prossime eventuali esperienze.
(giugno 2018)
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